“L’accettazione è come il terreno fertile che permette a un seme minuscolo di trasformarsi nel bel fiore che può diventare.”
Thomas Gordon
Love me as I am
La traduzione significa “amami come sono”. Secondo me è una frase importante perché lo stare in armonia con il tutto, parte proprio da qui, dall’amore per noi stessi in quanto essere viventi.
Sono dell’idea che nasciamo come esseri perfetti, gentili, amorevoli, curiosi e connessi. Possiamo facilmente vederlo osservando un neonato nella sua purezza. Con le prime interazioni con il mondo subiamo dei cambiamenti, che continueranno negli anni. In molti casi, questi cambiamenti allontanano le persone dalla loro essenza, facendole smarrire e a volte, a provare meno amore per sé stesse. Molto probabilmente ognuno fa del proprio meglio con il bagaglio che si porta. Ciononostante a volte, il proprio meglio non basta a farci “brillare”. Basta un’avversità importante, delle ferite non curate, a far prendere strade sbagliate oppure a vedere la vita attraverso dei filtri che distorgono la realtà. Questi filtri si possono tramandare. La società è composta da un consistente numero di persone che vedono la realtà attraverso filtri diversi. E visto che l’essere umano ha tendenzialmente la necessità di uniformizzarsi per soddisfare il bisogno naturale di appartenenza, può succedere che per farlo si allontani da quella che è la sua via. Con “amami come sono” intendo inizialmente far riflettere sul “chi siamo noi”. Chi sono io? Che persona voglio essere?
C’è chi la ricerca l’ha già fatta, chi la sta facendo e chi ci sta giusto pensando adesso. Forse lo stai facendo pure tu in questo momento, leggendo questa pagina. Chi sei davvero tu? Quale creatura meravigliosa si cela sotto quelle ferite o quelle costrizioni imposte dalla società? Ti stai amando?
Ho iniziato il viaggio verso me stessa all’incirca quindici anni fa. Ci sono stati tanti filtri da rimuovere. Il mio mondo interiore non era più un bel giardino, bensì un bosco selvaggio, dove filtrava poca luce. Ho cercato così tanto di comformarmi a quella che pensavo fosse l’aspettativa del mondo, di non sapere più chi fossi. Quando venivo descritta dagli altri, non mi riconoscevo. Eppure è ciò che davo a vedere. La parte di me che inconsciamente volevo guardassero. Con impegno e dedizione però, mi sono fatta aiutare. Ho lavorato sulle mie ferite, sui filtri, e ho imparato a conoscermi, ad accettarmi e di conseguenza ad amarmi. Sento di essere una persona gentile, amorevole, curiosa, a mio modo connessa e perfettamente imperfetta. Amami come sono.